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4 - LA COOPERAZIONE SOCIALE

Aggiornamento: 26 ago 2020

LA COOPERAZIONE SOCIALE da L'Azione Umana di Ludwig von Mises, 1949, pag. 187-188 La società è azione concertata, cooperazione. Essa è il risultato di un comportamento consapevole e finalizzato. Ciò non significa che gli individui abbiano sottoscritto dei contratti mediante cui hanno costituito la società umana. Le azioni che hanno portato alla cooperazione sociale e che quotidianamente la rinnovano non tendono ad altro che alla cooperazione e alla collaborazione con i nostri simili per il raggiungimento di certi fini. Il complesso totale delle reciproche relazioni create dalle azioni concertate è detto società. Essa sostituisce la vita isolata degli individui - se pure questa è concepibile - con la collaborazione. La società è divisione del lavoro e combinazione di lavoro. Come animale che agisce, l'uomo diviene animale sociale. Il singolo uomo è nato in un ambiente socialmente organizzato. In questo esclusivo senso, possiamo accettare l'affermazione secondo cui la società è - logicamente o storicamente - antecedente all'individuo. In ogni altro senso, tale asserzione è vuota o assurda. L'individuo vive e agisce nella società. Ma la società non è altro che la combinazione degli individui impegnati a cooperare. Essa non esiste che nelle azioni degli individui. È un'illusione cercarla al di fuori delle azioni dei singoli uomini. Parlare dell'esistenza autonoma e indipendente della società, della sua vita, della sua anima e delle sue azioni è una metafora che può facilmente condurre a gravi errori. Stabilire se fine ultimo debba essere considerato l'individuo o la società, se gli interessi di questa debbano essere subordinati a quelli degli individui o viceversa, è questione oziosa. L'azione è sempre azione di singoli individui. L'elemento sociale o societario è costituito da un certo orientamento delle azioni dei singoli individui. Il fine è una categoria che ha senso soltanto se applicata all'azione. Allo stesso modo in cui discutono lo scopo di tutte le altre parti dell'universo, la teologia e la filosofia della storia possono discutere i fini della società e i disegni che Dio desidera realizzare in essa. Per la scienza, che è inseparabile dalla ragione, strumento manifestamente inadatto per la trattazione di siffatti problemi, sarebbe assolutamente inutile impegnarsi in speculazioni riguardanti tali materie. Nell'ambito della cooperazione sociale, possono emergere tra i membri della società sentimenti di simpatia e di amicizia e una sensazione di comune appartenenza. Questi sentimenti sono la fonte più deliziosa e più sublime delle esperienze umane. Essi sono l'ornamento più prezioso della vita; sollevano la specie animale uomo all'altezza di un'esistenza realmente umana. Diversamente da quanto taluni affermano, non sono tuttavia questi sentimenti a determinare le relazioni sociali. Essi sono i frutti della cooperazione sociale, che pertanto prosperano soltanto entro l'ambito di questa; non hanno preceduto la nascita delle relazioni sociali e non sono il seme da cui queste germogliano. I fatti fondamentali a cui è dovuta la cooperazione, la società, la civiltà e che hanno trasformato l'animale uomo nell'essere umano, stanno nella maggiore produttività della divisione del lavoro rispetto al lavoro isolato, nonché nella capacità della ragione umana di riconoscere tale verità. Se non fosse stato per tali circostanze, gli uomini sarebbero sempre rimasti vicendevolmente nemici mortali, rivali inconciliabili nei loro sforzi di assicurarsi una porzione delle scarse provviste di mezzi di sussistenza offerti dalla natura. Ognuno sarebbe stato costretto a considerare gli altri come propri nemici; la sua brama di soddisfare i propri appetiti lo avrebbe messo in implacabile conflitto con tutti i vicini. Nessuna simpatia avrebbe potuto svilupparsi in un siffatto stato di cose.

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