Da “Principi fondamentali di economia”, di Carl Menger, 1871, pag.127-128
Il valore dei beni è fondato sul rapporto tra i beni e i nostri bisogni, non sui beni stessi.
Col mutare di questo rapporto, anche il valore dovrà sorgere o scomparire.
Per gli abitanti di un’oasi che offre una sorgente sufficiente a coprire completamente il loro fabbisogno d’acqua, una certa sua quantità presa alla sorgente non avrà alcun valore.
Ma se la sorgente dovesse improvvisamente perdere la propria ricchezza d’acqua per un terremoto, cosicché non si potesse più provvedere completamente alla soddisfazione dei bisogni degli abitanti dell’oasi, o che la soddisfazione di ogni concreto bisogno venisse a dipendere dalla disponibilità di una certa quantità d’acqua, essa acquisterebbe subito per ogni abitante un valore.
Questo valore scomparirebbe non appena si ristabilisse il vecchio rapporto, e la sorgente recuperasse la sua precedente abbondanza.
Tale mutamento, prodotto dall’aumento dei consumatori, potrebbe persino verificarsi con una certa regolarità, vale a dire nei momenti in cui l’oasi fosse visitata da numerose carovane.
Il valore non è pertanto nulla di intrinseco ai beni, non è una loro qualità, ma non è neppure qualcosa di autonomo e a sé stante.
Esso è un giudizio che gli uomini economici pronunciano sull’importanza dei beni a loro disposizione per la conservazione della loro vita e del loro benessere, e che perciò non può esistere al di fuori della coscienza umana.
Si sbaglia, dunque, quando si definisce “valore“ un bene che ha valore per i soggetti economici, e quando gli economisti parlano persino di “valori“ come se fossero cose reali autonome, e oggettivano in tal modo il valore.
Ciò che sussiste oggettivamente sono sempre soltanto le cose, oppure le loro quantità, e il loro valore è qualcosa di essenzialmente diverso da loro, ossia è un giudizio che gli individui si formano sull’importanza che la disponibilità su quei beni ha per la conservazione della loro vita o del loro benessere.
L’oggettivazione del valore dei beni, per sua natura del tutto soggettivo, ha contribuito molto alla confusione dei fondamenti della nostra scienza.
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