Da “Moneta, credito bancario e cicli economici”, di Jesus Huerta de Soto, 2012, pag. 78-80
Abbott Payson Usher ha dedicato la sua monumentale opera “The early history of deposit banking in Mediterranean Europe“ (1943) a studiare la nascita lenta e graduale delle banche con riserva frazionaria nel corso del Basso Medioevo, basata sulla violazione del principio generale del diritto, secondo il quale bisogna mantenere intatta la piena disponibilità del tantundem in favore del depositante.
Secondo Usher è solamente a partire dal secolo 13º che alcuni banchieri privati iniziano a utilizzare a proprio beneficio il denaro dei propri depositanti, facendo così nascere la banca con riserva frazionaria e la capacità espansiva di generare crediti derivante dalla riserva stessa.
Inoltre, Usher considera questo il fenomeno più importante e significativo nella storia dell’attività bancaria, e non quello che, come spesso si pensa, costituì la nascita della banca di emissione che ebbe luogo storicamente soltanto molto tempo dopo, al termine del secolo 17º.
Benché, come vedremo, gli effetti economici dell’emissione di biglietti senza copertura e della concessione di prestiti a carico dei depositi a vista siano esattamente gli stessi, la storia della banca si caratterizza per essere nata fondamentalmente intorno all’esercizio di questa seconda attività, e non della prima.
Perciò Usher afferma che “la storia delle banche di emissione ha oscurato, fino a tempi recenti, l’importanza delle banche di deposito in tutte le loro forme, siano esse primitive o moderne“.
E conclude, riferendosi ironicamente alla sproporzionata importanza che gli economisti hanno dedicato al problema riguardante le banche di emissione in relazione all’attività molto più antica e ugualmente deleteria delle banche di deposito, che “la domanda di cartamoneta e l’interesse teorico che suscitarono i suoi problemi fecero molto per dare impulso a errori e malintesi che fanno riferimento all’importanza relativa dei biglietti e dei depositi.
Così, alla stessa maniera in cui i diplomatici francesi “scoprirono” i Pirenei nelle crisi diplomatiche del secolo 18º, i teorici della banca “scoprirono” i depositi a metà del secolo 19º.”
Nell’uno e nell’altro caso, Usher dimostra che il sistema bancario moderno viene alla luce attraverso la nascita della banca con riserva frazionaria (risultato dell’attività fraudolenta dei banchieri e della complicità dei relativi governi, e che illustra in dettaglio nel caso del sistema bancario catalano del Basso Medioevo), e non in relazione con le cosiddette banche di emissione di biglietti che storicamente entrarono in scena soltanto dopo molto tempo.
Uscir evidenzia come nelle prime banche che sorsero nella Genova del secolo 12º si indicava con estrema chiarezza se si effettuasse un deposito a vista, oppure si effettuasse un deposito a scadenza, spiegando in questo secondo caso che si trattava di un vero e proprio prestito o mutuo.
Poi, gradualmente, i banchieri iniziano a fare uso a proprio beneficio della moneta depositata a vista presso di loro, e nasce la capacità espansiva del sistema bancario consistente nel potere di creare depositi e concedere crediti dal nulla.
Concretamente, nel caso della Banca di Deposito di Barcellona, Usher calcola che le riserve in denaro metallico di tale banca aumentarono a un 29% del totale dei depositi, in forza del quale la sua capacità di concessione espansiva di crediti restava stabilita in un rapporto di 3,3 volte la moneta metallica di cui disponeva la cassa della banca.
Un altro aspetto che sottolinea Usher è quello del fallimento delle differenti autorità pubbliche nel provare a controllare l’adeguato funzionamento dell’attività bancaria e, in concreto, nel controllare che si mantenesse in custodia il 100% dei depositi a vista ricevuti.
Anzi, le autorità finirono per concedere un privilegio (ius privilegium) sotto forma di licenza governativa mediante la quale si consentiva che le banche operassero con un coefficiente di riserva frazionaria.
Inoltre, le si obbligava a presentare avalli.
In ogni caso, i governi furono, nella maggior parte delle circostanze, i primi che approfittarono dell’attività bancaria fraudolenta, ottenendo da essa un finanziamento pubblico più facile (in forma di prestiti dai banchieri).
È come se ai banchieri venisse concesso il privilegio di poter far uso della moneta di proprietà dei loro depositanti a proprio beneficio, in cambio dell’accordo tacito che tale uso si materializzasse, fondamentalmente, in finanziamenti e prestiti concessi alle autorità pubbliche.
E in diverse occasioni, perfino gli stessi governanti decidevano la creazione di una banca di carattere pubblico che permettesse loro di approfittare direttamente dei lucrosi risultati dell’attività bancaria.
Tale fu l’obiettivo essenziale che ispirò, come vedremo, la creazione della Banca di Deposito di Barcellona.
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