da "La presunzione fatale - Gli errori del socialismo", di Friedrich von Hayek, 1988, pag. 146-147
Alcune persone sono così turbate da certi effetti dell'ordine di mercato che sottovalutano quanto sia sorprendente e addirittura meraviglioso constatare che tale ordine prevale in gran parte del mondo moderno.
Un mondo in cui troviamo miliardi di persone che lavorano in un ambiente in costante mutamento, che producono mezzi di sussistenza per altri i quali sono per la maggior parte a loro sconosciuti, e che allo stesso tempo trovano soddisfatte le loro aspettative, nel senso che essi stessi riceveranno beni e servizi prodotti da persone ugualmente sconosciute.
Persino nel peggiore dei casi, almeno nove su dieci di loro troveranno le loro aspettative confermate.
Un tale ordine, benché sia lontano dall'essere perfetto e spesso inefficiente, si può estendere molto di più di qualsiasi altro ordine l'uomo possa creare ponendo deliberatamente innumerevoli elementi in luoghi selezionati e "appropriati".
La maggior parte dei difetti e delle inefficienze di questi ordini spontanei risulta dal tentativo di interferire con i loro meccanismi, o di impedire loro di operare, o di migliorare i dettagli dei loro risultati.
Questi tentativi di intervenire in un ordine spontaneo raramente si risolvono in qualcosa che corrisponda da vicino ai desideri degli uomini, dato che questi ordinamenti sono determinati da un numero di fatti particolari più grande di quanti ne possa conoscere l'agente che interviene.
Tuttavia, mentre l'intervento deliberato, per esempio per ridurre le ineguaglianze nell'interesse di un membro qualsiasi dell'ordine, rischia di danneggiare il funzionamento dell'insieme, il processo di autoordinamento assicura a un membro qualsiasi di tale gruppo una possibilità migliore, all'interno di un insieme più ampio di opportunità disponibili a tutti, di quello che potrebbe offrire ogni altro sistema rivale.
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