da "La presunzione fatale - Gli errori del socialismo", di Friedrich von Hayek, 1988, pag.125-126
A parte la pretesa costruttivista che una morale adeguata possa essere disegnata e costruita ex novo dalla ragione, ci sono almeno due altre possibili fonti di moralità.
C'è in primo luogo la moralità cosiddetta innata dei nostri istinti (solidarietà, altruismo, decisioni di gruppo e simili) e le pratiche che ne scaturiscono, le quali non sono però sufficienti a sostenere il nostro attuale ordine esteso e la sua popolazione.
In secondo luogo, c'è la moralità evoluta (risparmio, proprietà privata, onestà e così via) che ha creato e sostiene l'ordine esteso.
Come abbiamo già visto, questa moralità sta tra l'istinto e la ragione, una posizione che è stata oscurata da una falsa dicotomia che pone l'istinto in alternativa alla ragione.
L'ordine esteso dipende da questa moralità, nel senso che esso è sorto dal fatto che i gruppi che seguivano le regole fondamentali di questa morale sono aumentati di numero e in benessere rispetto ad altri gruppi.
Il paradosso del nostro ordine esteso e del mercato - e lo scoglio per i socialisti e i costruttivisti - è che, attraverso siffatto processo, noi siamo in grado di provvedere, con le risorse disponibili (e invero, in quello stesso processo, di scoprire più risorse) a un maggior numero di persone di quanto sarebbe possibile attraverso un processo diretto intenzionalmente.
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