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99 - IDEA LIBERALE E ANARCHISMO

Da “Socialismo”, di Ludwig von Mises, 1922, pag. 89-91


Accade spesso che non si percepisca la differenza fondamentale tra l’idea liberale e quella anarchica.

L’anarchia rifiuta tutte le organizzazioni sociali munite di coazione, e ripudia la coercizione come tecnica sociale.

Desidera infatti abolire lo Stato e l’ordine legale poiché crede che la società possa star meglio senza.

Non teme il disordine anarchico, perché crede che gli uomini, pur in assenza di un intervento costrittivo, possano unirsi nella cooperazione sociale e agire nel modo richiesto dalla vita sociale.

L’anarchismo come tale non è liberale, né socialista; si muove su un altro livello.

Chiunque neghi l’idea di base dell’anarchismo, chiunque neghi che è, o sarà, possibile far cooperare pacificamente gli uomini senza la costrizione di un ordine legale obbligatorio, costui, liberale o socialista, ripudierà gli ideali anarchici.

Tutte le teorie liberali e socialiste, formulate sulla base di una stretta connessione logica delle idee, hanno costruito i loro sistemi tenendo nel debito conto la coercizione e rifiutando in toto l’anarchismo.

Le une e le altre riconoscono la necessità di un ordine legale, anche se il contenuto e l’estensione di tale ordine non sono gli stessi.

Quando limita il campo dell’attività statale, il liberalismo non contesta l’esigenza di un ordine legale, e certamente non considera lo Stato come un male o un male necessario.

Quel che caratterizza il punto di vista liberale è il suo atteggiamento nei confronti del problema della proprietà, e non la sua avversione per la “persona” dello Stato.

Poiché desidera la proprietà privata dei mezzi di produzione, esso deve logicamente rifiutare tutto ciò che è in contrasto con tale ideale.

Da parte sua, non appena si distacca dall’anarchismo, il socialismo deve necessariamente cercare di espandere il campo controllato dall’ordine coercitivo dello Stato, perché il suo scopo esplicito è abolire “l’anarchia della produzione“.

Lungi dall’abolire lo Stato e la costrizione, tenta di estendere l’azione governativa in un ambito che il liberalismo lascerebbe sgombro.

Agli scrittori socialisti, specialmente a coloro che promuovono il socialismo per ragioni etiche, piace dire che in una società socialista il benessere pubblico sarebbe lo scopo principale dello Stato, mentre il liberalismo considera solamente l’interesse di una classe particolare.

Ora, è vero che non si può giudicare il valore di una forma di organizzazione sociale, liberale o socialista, se non dopo che un’indagine approfondita abbia fornito un quadro chiaro di ciò che essa può realizzare.

L’affermazione che solo il socialismo persegua il benessere pubblico deve essere immediatamente respinta.

Il liberalismo combatte a favore della proprietà privata dei mezzi di produzione, perché prevede che una simile organizzazione economica possa dare un tenore di vita più alto, e non perché intenda aiutare i proprietari.

Nel sistema economico liberale, la produzione è maggiore che in quello socialista.

Il surplus non avvantaggia solo i proprietari.

Stando al liberalismo, combattere gli errori del socialismo non è affatto interesse esclusivo dei ricchi.

Riguarda pure i più poveri, perché il socialismo danneggerebbe anche loro.

È questa una conclusione che si può accettare o meno, ma è un errore attribuire al liberalismo la volontà di difendere solo una ristretta classe sociale.

Il sistema socialista e quello liberale non sono diversi negli scopi; lo sono nei mezzi con cui desiderano raggiungere tali scopi.

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