IL CONSUMISMO NON E’ CONSEGUENZA DEL CAPITALISMO
da “Il Bitcoin Standard”, di Saifedean Ammous, 2019, pagine 102-103
Anche l’abbuffata di consumismo cominciata nel XX secolo può essere ben compresa solo dopo aver capito il processo di distruzione del denaro onesto e la parallela diffusione del pensiero keynesiano che, favorendo lo sviluppo di preferenze temporali elevate, svilisce il risparmio e deifica i consumi come chiave per la prosperità economica.
A causa di questi due fattori, minori incentivi a risparmiare si affiancano a maggiori incentivi a spendere; tassi di interesse regolarmente manipolati al ribasso permettono enormi quantità di credito concesso non solo a fini di investimento ma soprattutto di mero consumo; la diffusione di carte di credito e prestiti al consumo permette di indebitarsi per le spese quotidiane, indebolendo la volontà di investire nel futuro.
Un sintomo beffardo di quanto sia profonda l’ignoranza economica odierna alimentata dalle teorie keynesiane è la tesi secondo cui il capitalismo, cioè un sistema basato sull’accumulo di capitale derivante dal risparmio, avrebbe scatenato il consumismo dilagante che caratterizza la moderna società.
Un risultato questo in realtà esattamente opposto all’accumulo di capitale che si verifica appunto nel sistema capitalistico quando le persone abbassano le proprie preferenze temporali, differiscono la gratificazione immediata e investono nel futuro.
Il consumo di massa alimentato dal debito può essere quindi considerato una conseguenza naturale del capitalismo tanto quanto l’asfissia una naturale conseguenza della respirazione.
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